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Tozzi, Màrio.

Pittore italiano. Intraprese gli studi di Chimica che poi abbandonò per iscriversi all'Accademia di belle arti di Bologna; nel 1920 si trasferì a Parigi, dove entrò nel gruppo di pittori italiani (G. De Chirico, G. Severini, F. De Pisis, A. Savinio) ed espose ai Salons des Indépendents, des Tuileries e d'Automne. Le sue opere, che inizialmente rivelano un manifesto riferimento al Naturalismo di matrice emiliana, si volgono sempre più a un nuovo linguaggio, sobrio anche nella scelta cromatica; dopo aver aderito a Valori Plastici e al Novecento italiano, T. adottò nei quadri della maturità forme classicheggianti e volumi geometrizzati (Il vizio e la Virtù, 1934). Dopo un periodo di inattività, T. tornò alla pittura negli anni Cinquanta, dipingendo soprattutto nature morte e figure femminili (Fossombrone, Pesaro e Urbino 1895 - Saint-Jean-du-Gard 1979).